TAP & GO: UN’ARMA IN PIÙ

Iniziamo con un piccolo, classico esempio di gioco che, nonostante la piccola porzione di campo che lo separa dal traguardo, non è così semplice da finalizzare. La squadra in attacco guadagna una punizione a 5 metri dalla linea di meta avversaria, come utilizzarla per segnare una marcatura pesante?

Le soluzioni più utilizzate sono, in genere, due: chiedere una mischia o calciare in rimessa laterale.

Entrambe, a seconda dei casi, possono offrire grossi vantaggi.

La mischia permette di raggruppare il pack avversario, lasciando molto campo ai propri trequarti così da utilizzare movimenti offensivi predeterminati; la touche, invece, permette di organizzare agilmente una maul che, se impostata correttamente, diventa un’arma molto potente.

Queste due fasi statiche si basano, però, sulla contesa della palla e il possesso di qualità del pallone non è sempre garantito: in touche, la linea avversaria potrebbe rubare o comunque sporcare il controllo (scenario fin troppo familiare a noi italiani) mentre in mischia chiusa si rischia di giocare nelle mani dell’arbitro e della sua interpretazione di eventuali crolli o spinte non proprio corrette.

A queste due soluzioni canoniche ultimamente se ne sta aggiungendo una, ovvero la punizione giocata con il classico tap & go. Ne vediamo un esempio nella recente marcatura di Leinster contro Ospreys.

La medesima opzione viene ormai da tempo utilizzata anche dai campioni europei in carica di Exeter; qua una delle loro marcature in finale di Heineken Cup.

Questa giocata riduce i rischi relativi alle fasi di contesa di mischia e touche e garantisce un possesso quasi sicuro. Inoltre, permette di organizzare e posizionare i propri giocatori al meglio, proprio come se fosse una fase statica utilizzando i propri migliori ball carriers. Sono anche possibili piccole varianti, come quella giocata da Exeter dove le due opzioni per caricare la linea avversaria sono Cowan-Dickie e Sam Simmonds, due tra i migliori specialisti in materia.

L’unica accortezza per evitare di cadere in errore e concedere una punizione è il lavoro dei sostegni al portatore. Infatti, da regolamento un solo giocatore si può legare al portatore – notiamo come nella marcatura di Leinster il numero 4 Molony sia legato al compagno mentre Ruddock è bravo a mostrare come ci sia luce tra il proprio corpo e quello del ball carrier, nonostante una posizione forse al limite – e i sostegni devono evitare di andare direttamente a terra, commettendo sealing off. Situazioni che possono essere comunque allenate facilmente in modo efficace per riuscire a eseguirle al meglio.

Rhys Ruddock non è legato al portatore di palla, ma è una situazione molto al limite

Questa soluzione di gioco risulta quindi molto efficace e non a caso viene utilizzata da due dei club più forti del panorama europeo e può essere quasi equiparata a una fase statica, in quanto permette di partire da posizione predefinite e di eseguire dei movimenti che possono essere provati e riprovati in allenamento.

Ma, si potrebbe pensare, non sia nulla di nuovo. Il tap&go si vede da sempre.

Vero, ma è il concetto stesso che è cambiato. Non è più un colpo d’astuzia nelle corde dei giocatori spesso più dotati tecnicamente che, con uno sguardo alla linea difensiva, trovano lo spazio giusto e sorprendono gli avversari. Ora è un modo, semplice quanto efficace, di mantenere il possesso in modo quasi del tutto tranquillo e di provare a marcare con gli uomini più pesanti. Un’arma in più, i tap & go 2.0 che – possiamo esserne certi – diventeranno in futuro sempre più frequenti.