Il gran difensore che è Chris Harris

La partita dello Stade de France è stata l’ennesima conferma – se mai ce ne fosse ancora bisogno – delle grandi qualità difensive di Chris Harris, giocatore di Gloucester poco appariscente ma punto fermo molto concreto della nazionale scozzese. Il nativo di Carlisle gioca secondo centro, una delle posizioni con maggiori responsabilità difensive all’interno della squadra e spesso tocca proprio a lui gestire la salita difensiva della linea dei tre quarti, con grossi spazi di campo da coprire e letture molto complesse da effettuare.

Nell’ultimo incontro del 6 Nazioni, una delle sue incombenze come parte del sistema difensivo era quella di impedire al XV transalpino di portare il pallone al largo. Analizziamo l’azione di Harris in diversi momenti della partita. Già nel primo minuto, dopo una touche giocata veloce, lo vediamo salire in spia fuori dalla linea per marcare il passaggio destinato a Vakatawa, costringendo Vincent ad attaccare verso il centro

La stessa situazione viene replicata a metà del primo tempo dove vediamo Harris salire molto forte per chiudere il passaggio all’esterno prima a Fickou e poi a Rebbadj dopo un calcio dalla base di Price recuperato da Dulin.

Anche a inizio secondo tempo si può vedere la stessa intenzione – in questo caso ancora più importante vista la momentanea inferiorità numerica – di spingere per impedire l’apertura del pallone al largo.

Oltre a queste situazioni dettate dalla strategia difensiva, abbiamo individuato altre quattro momenti in cui l’abilità di leggere il gioco, di placcare e il work rate impiegato da Harris si sono rivelati decisivi.

La prima ci porta a metà primo tempo, la Scozia è in attacco nei 22 francesi ma perde il pallone. Il  turnover conseguente è estremamente pericoloso, specialmente contro una squadra dotata di grande classe come la Francia. 

I transalpini, come da manuale, spostano subito il pallone al largo e, come si può vedere dalla clip, hanno circa 30 metri di campo libero da attaccare. Harris, fuori posizione, reagisce immediatamente, identifica in Vakatawa il ricevitore e porta un gran placcaggio che ferma l’azione pericolosa sul nascere.

La seconda giocata degna di nota arriva dieci minuti più tardi, in una circostanza molto complessa da affrontare. La Francia gioca una maul da rimessa laterale per poi lanciare un set-play molto efficace: l’intenzione francese è quella di impegnare i due centri scozzesi con la corsa di Fickou dall’ala chiusa e la corsa di Vakatawa a tagliare per liberare nello spazio Ntamack.

La giocata ha un iniziale successo perché l’apertura francese riesce a riceve il pallone avendo un 3vs2 a proprio vantaggio.

Ma Harris è bravo a lavorare e a comunicare con Van der Merwe al suo esterno, riuscendo a ricostituire una linea e a pareggiare l’inferiorità numerica.

Altre due giocate di grande spessore arrivano a inizio secondo tempo, forse nel momento più critico per la squadra di Townsend in inferiorità numerica.

Nel primo caso, dopo un calcio dalla base di Price, la linea scozzese porta pressione ma è estremamente compressa in poco spazio. Harris è l’ultimo uomo della linea e Dulin è molto bravo a fissarlo per creare un potenziale 3vs1 al largo. Anche in questo caso il lavoro del numero 13 è encomiabile, riuscendo a riconnettersi con rapidità al proprio compagno all’ala, chiudendo lo spazio ed effettuando un placcaggio decisivo.

Letteralmente pochi secondi dopo lo stesso Harris è protagonista di un’altra grande giocata. 

La Francia è nei 22 metri scozzesi dopo aver spostato mirabilmente il pallone su tutta la larghezza del campo. Harris con un placcaggio alle caviglie riesce a fermare Baille a pochi metri dalla linea di meta. Si rialza immediatamente e, sapendo che è indispensabile andare a rinforzare la larghezza del campo, corre per occupare il suo posto sulla linea difensiva, riuscendo a placcare Vincent e contendendo immediatamente il pallone, guadagnando infine una punizione per il neck-roll subito.

In poco meno di un minuto e mezzo si può vedere un piccolo manifesto di un giocatore magari poco noto e apprezzato dal grande pubblico, ma decisamente importante per la propria squadra.