CONNACHT: GIOCARE NEL VENTO

Immagini come queste sono all’ordine del giorno durante tutto il periodo invernale nel nord-ovest dell’Irlanda. Pioggia, tanta pioggia, freddo e il vento dell’Atlantico che fa ondeggiare i pali e che ti trasporta in un romanzo di Melville. Condizioni proibitive per praticare uno sport all’aperto, eppure dalle parti di Galway si gioca a rugby con grande passione, e con uno stile molto divertente. Verrebbe facile, infatti, pensare che da quelle parti il rugby sia gioco al piede, mischia, maul, la palla la passiamo sì, ma poco, e i tre quarti li sbriniamo a fine partita. Invece con l’arrivo sulla panchina della franchigia di Andy Friend (coach australiano, anche del rugby a 7) la squadra di Galway ha assunto uno stile di gioco molto più simile a quello che si può pensare di vedere nel caldo emisfero australe piuttosto che nel freddo delle isole britanniche.

L’ultima squadra a fare le spese del brutto tempo di Galway e del gioco di Connacht sono stati gli Ospreys.  In condizione meteo proibitive la squadra gallese ha dovuto affrontare una squadra che non ha problemi a muovere il pallone per tutta la larghezza del campo cercando offload e soluzioni avventurose. Un esempio è la seconda meta della partita dove Connacht, dopo aver ricevuto un calcio di rinvio del gioco, invece che usare il piede per risalire il campo decide di attaccare dalla propria metà campo. È bello vedere come Jack Carty distribuisca la palla a ridosso della linea difensiva e come tutti i giocatori in maglia verde, dall’estremo al tallonatore, non abbiano paura di giocare l’offload.

La meta di Connacht con il doppio offload

È proprio l’apertura una delle anime di questa squadra. Giocatore con poca esposizione internazionale, data la presenza di un certo Jonny Sexton, è dal 2012 a Connacht ed è un’apertura molto offensiva a cui piace creare e distribuire per i compagni. Il suo passaggio per la prima meta dell’incontro è una piccola perla. 30 metri di passaggio che veleggiano nel vento dello Sportsground.

Lo splendido passaggio di Jack Carty

Anche nella terza meta si vede la voglia di proporre un gioco offensivo e veloce. Dopo la prima carica di Boyle, Marmion attacca le guardie e il flanker Oliver gioca da numero 9 per tenere il ritmo alto e spostare il gioco al largo dove l’estremo McNulty trova uno splendido intervallo interno e vola in meta sotto il diluvio.

Nel diluvio Connacht gioca sempre offensiva

Se questo approccio di gioco riesce a risultare efficace nelle condizioni estreme della partita contro gli Ospreys, a maggior ragione questo avviene in condizioni di gioco normali. Due esempi di questa stagione sono riportati di seguito.

Nella meta in prima fase contro Ulster si vedono le abilità di corsa e nel passaggio dei tre quarti che con una giocata molto semplice ma eseguita alla massima velocità riescono a superare la difesa avversaria. Nella meta segnata contro i sudafricani dei Bulls invece viene esaltata la voglia di rischiare, di tenere vivo il pallone e rischiare l’offload.

La bella meta in prima fase contro Ulster
La meta contro i Bulls

Così nel suo piccolo Connacht dimostra che per giocare un bel rugby il sole e i campi in sintetico non sono obbligatori.