COME GIOCANO I BRITISH & IRISH LIONS – PARTE 2

La prima uscita dei British & Irish Lions in terra sudafricana contro gli omonimi Lions di Johannesburg non è stata una partita che passerà agli annali. La franchigia sudafricana, la meno attrezzata delle 4 che sfideranno la selezione di Gatland, ha fornito ben poca resistenza e non ha portato serie minacce alla squadra in rosso.

Tuttavia dagli 80 minuti sono emersi alcuni aspetti interessanti, specialmente nella fase offensiva.

Un primo elemento di novità rispetto alla prima partita contro il Giappone è l’utilizzo del tip-on pass prima di andare a contatto. Come si può vedere nella clip gli avanti hanno utilizzato spesso questa soluzione all’interno dei pod per spostare il punto di contatto ed evitare un impatto frontale con la difesa. Questa soluzione è molto interessante per evitare lo scontro fisico diretto contro gli avanti sudafricani e unita all’utilizzo rapido degli appoggi per uscire dal frontale potrebbe fornire un’arma in più alla squadra di Gatland per battere l’impatto fisico degli Springboks. Non è comunque una soluzione priva di rischi poiché richiede un’ottima esecuzione e qualità tecniche, inoltre espone al rischio di turnover se i sostegni non sono abili e rapidi a reagire all’azione del portatore. (Ultima azione della clip)

Rispetto alla partita col Giappone è stata riproposta una soluzione interessante in rimessa laterale inserendo nello schieramento di salto il mediano e un’ala che, facendo parte dello schieramento della touche, non hanno l’obbligo di restare a 10 metri. Nel secondo tempo della partita Price a Adams sono stati utilizzati senza grosso successo vicino al raggruppamento ma questa tattica è molto interessante perché permette di tenere dei giocatori veloci vicino al raggruppamento in touche che possono essere utilizzati per attaccare sia il lato chiuso sia il lato aperto, ponendo non pochi grattacapi alla difesa. Sicuramente vedremo sviluppi interessanti di questa semplice ma stuzzicante soluzione.

al punto di vista del piano di gioco offensivo l’inserimento di Russell all’apertura e Farrell a primo centro ha permesso, complice la pochezza della difesa avversaria, delle iniziative più avventurose e imprevedibili. Un esempio è la prima meta della partita che nasce dalla decisione, probabilmente di Russell, di non liberare la metà campo con un calcio del numero 9, ma di utilizzare le mani avendo individuato dello spazio al largo. Nel proseguo dell’azione è interessante notare la disposizione degli avanti con l’immancabile pod di 3 che riceve dal mediano di mischia mentre i restanti avanti si suddividono in un pod di 3 e uno di 2 giocatori più al largo. Come evidenziato prima si nota l’uso del passaggio corto prima del contatto per creare incertezza nella difesa, inoltre varia anche il ricevitore all’interno del pod (a volte l’uomo centrale, a volte quello esterno) per creare ulteriore variazione all’interno del movimento offensivo. 

La distribuzione degli avanti nella linea offensiva rispetto alla partita precedente è leggermente variata. Dal 1-3-3-1 del match contro il Giappone, in questa partita sembra essere stato utilizzato maggiormente un 3-3-2, forse a causa dei diversi interpreti in campo o forse per variare il gioco e provare diverse soluzioni. Vedremo che risposte daranno le prossime partite.

Un’altra variante interessante viene utilizzata verso la fine della partita. A seguito di un restar invece di eseguire una classica uscita con un box kick i Lions decidono di muovere la palla al largo e esplorare la profondità sguarnita con un lungo calcio di Daly guadagnano un’ottima rimessa nella metà campo offensiva.